Dormitori e mensa

«[…] Venne costruito un vasto edificio per la mensa, mentre un piccolo villaggio di legno chiuso da una artistica cinta con i segni della “Croce Rossa” accoglie per il riposo le schiere dei futuri medici».

(“La Patria del Friuli”,15 febbraio 1916)

Riporta la “Gazzetta di Venezia” del 9 marzo 1916: «Per i trecentosessantacinque (1) allievi della Scuola la sveglia suona inesorabilmente alle sei di mattino e la ritirata alle otto di sera (2). Dopo quest’ora nessuno deve essere in giro per San Giorgio, dove del resto le distrazioni sarebbero piuttosto scarse. I cancelli delle “caserme” si chiudono con tanto di lucchetto, e per quanto siano bassi, non avvengono “salti di barra”.

In quei lindi dormitori – dove accanto allo zaino del soldato spuntano la pipa e i libri dello studente – i giovani se ne stanno invece seduti sui letti allineati, a chiacchierare e a studiare finché vogliono al Lume della candela.

Per ospitare una popolazione “castrense” più che raddoppiata, nell’ottobre 1916, accanto alle strutture precedenti, furono velocemente approntate (nelle adiacenze dell’attuale omonimo Centro Medico) una nuova grande aula studio, una mensa da 400 posti e una serie di piccole aule e laboratori: praticamente una seconda cittadella degli studi, effimera (perchè interamente in legno) ma molto funzionale.

Oltre ai vecchi alloggi del primo anno, furono utilizzati quattro nuovi dormitori dotati dei necessari locali di servizio.

 

  • Il giornalista Mario Sobrero, autore di questo articolo, attribuisce alla Scuola uno studente in meno

  • In realtà, in coda alla giornata, l’orario ufficiale prevedeva, due ore relativamente “libere”, dalle 18.00 alle 20.00, per “pranzo e libera uscita”. Gli studenti potevano però ritagliarsi ancora un paio d’ore, dalle 20.00 alle 22.30, per i propri studi individuali negli spazi dedicati della vicina sala Maran, adibita ad aula studio e biblioteca.