Centro Batteriologico

Il 17 ottobre 1915 la duchessa Elena d’Aosta scrive: «San Giorgio di Nogaro. Gabinetto Batteriologico. È impiantato dal colonnello Tusini, Delegato sanitario della Terza Armata per la Croce Rossa».

Il laboratorio di “batteriologia e microscopia clinica” di San Giorgio di Nogaro precede l’istituzione dell’Università Castrense e in qualche modo ne precostituisce la condizione fondamentale. Si trattava di un «gabinetto di bacteriologia, quale difficilmente si vede in molti nostri istituti superiori», che funzionerà sempre da garante di scientificità per la pratica medico-chirurgica e per una formazione integrale degli studenti, i quali saranno tutti comandati a praticarlo con turni giornalieri (assiduità quasi impensabile nelle “normali” Università del Regno).

Il ruolo e la centralità della ricerca medico-scientifica saranno enfatizzati dalle situazioni emergenziali imposte dalla guerra.

Anche grazie alla presenza di centri di ricerca e di analisi come questo, la pratica medica sarebbe uscita dal terribile crogiolo della guerra con un notevolissimo bagaglio di esperienze che poi saranno applicate nella medicina civile. Paradossalmente, anche la chemioterapia si deve all’uso dei gas portatori di morte, in particolare il terribile “gas mostarda”.

Dopo la guerra i farmacologi Louis Goodman e Alfred Gilman, sostituendo una molecola di azoto allo zolfo del gas letale, lo fecero diventare un efficace trattamento per la cura del cancro.

Forse qualcosa di tutto questo rimane nel DNA di San Giorgio di Nogaro, sede per molti decenni del laboratorio che faceva screening radiologico per tutta la Bassa (il cui antesignano era già operante nel 1916), del Distretto Sanitario e del Centro Medico che ha conservato la denominazione “Università Castrense”.