Cappella Maran

La cappella militare eretta nel 1917 (sul pavimento è chiaramente leggibile l’anno), per volontà del Vescovo da campo Angelo Bartolomasi e del direttore della sanità della Terza Armata, maggiore medico Lorenzo Bonomo, per le pratiche religiose dei soldati ricoverati e che purtroppo spesso servì anche da cappella mortuaria.

L’edificio dalle linee austere (come altre “cappelle militari” della Grande Guerra) denota un pregevole e delicato lavoro artigianale nell’esecuzione delle finestre, dell’altare e dei bassorilievi in stucco che adornano le pareti e la volta, e costituisce senz’altro la testimonianza di maggiore intensità emotiva del percorso che si snoda sui luoghi dell’Università Castrense.

Nel suo silenzio che non tace sembrano ancora risuonare le ansiose preghiere cariche di dolore e speranza di centinaia di giovani soldati, feriti e malati, portati dalla guerra lontano da casa a combattere contro altri giovani che avevano negli occhi la loro stessa paura, lo stesso coraggio, la stessa voglia di vivere, lungo trincee contrapposte che odoravano di sangue e disperazione, tra scoppi di bombe e rimbalzare di schegge e sassi.

Quasi che la morte giocasse a dadi la loro vita.

Nel 1917 a officiare fra queste piccole mura furono i cappellani militari don Luigi Rulli, Gerolamo di Vuolo e Giuseppe Ricciardello, che svolgevano la propria opera nell’adiacente ospedale n. 234.

Al termine del conflitto, la casa che fu sede dell’ospedale militare n. 234 tornò agli originari proprietari con la nuova cappella, figlia della guerra. Consapevole del grande valore simbolico del piccolo edificio carico di fede e di memorie, la famiglia Maran ha sentito come proprio l’obbligo morale di conservarlo con amore a beneficio dell’ intera comunità, come testimoniano la cura incessante e la sequenza dei restauri.

Oggi l’edificio ospita anche la tela a olio raffigurante la Sacra Famiglia, originariamente appartenuta all’antica chiesa di Chiarisacco dedicata a San Giuseppe, poi demolita per la variante della strada statale 14.

Vi si celebrano poche messe, ma negli ultimi anni è ripresa la tradizione della recita del Rosario Mariano durante il mese di maggio.

Da ultimo, sul timpano della cappella campeggia un mosaico dell’artista sangiorgino Andrea Salvador, che rappresenta una Pietà, dove la figura del Cristo morto tra le braccia di Maria è sostituita da quella di un militare italiano. Dal mosaico si irraggia un messaggio di speranza: oltre il manto della Vergine sorge un sole chiarissimo, sul quale si alza il volo di una bianca colomba.