Elsa Dallolio

All’ospedale n. 34 (Palazzat) lavorò da settembre fino a dicembre 1916 Elsa Dallolio (1890_) figlia del generale Alfredo, personalità di spicco del mondo culturale italiano, intrattenne rapporti amichevoli con Gaetano Salvemini, Umberto Zanotti-Bianco; ebbe inoltre una fitta corrispondenza con Giani Stuparich – medaglia d’oro della Grande guerra e autore di Ritorneranno, definito da Giorgio Petrocchi «Il più bel libro che la letteratura italiana abbia consacrato alla guerra ’15-‘18», e ancora con altri intellettuali quali Benedetto Croce e Manara Valgimigli. Dopo essersi ammalata di polmonite all’ospedale militare di riserva di Tolmezzo nell’inverno 1915, fu costretta a tornare a Roma, dove ebbe comunque modo di affinare le sue competenze sanitarie. Tornata al fronte, lavorò negli ospedali di Aquileia accanto alla sorella Bice, e quindi a San Giorgio, per poi passare all’ospedale da campo n. 34 a Pocol di Cortina, ed essere quindi insignita della medaglia di bronzo. Da Aquileia-San Giorgio scriverà a Zanotti-Bianco:

La lascio in fretta perché mi chiamano per operare. Brutto mestiere il mio e, quel che è peggio, lo imparo sempre meglio. Qualche volta penso con invidia alla classica infermiera con il fiore in una mano, un bicchiere d’acqua nell’altra, lacrime e svenevolezze a disposizione: figuranti nella tragedia e non attori. Era meglio nascere così, e non essere “tecnici” che devono avere la mente lucida e nervi di ferro… Mi domando se tornerò mai a vivere fuori dall’incubo.